Lettera Ulss

IL DIRITTO DI RESPIRARE ARIA PULITA

Un appello ai responsabili della salute del Veneto
A tutti i direttori generali delle ULSS della Regione Veneto

Con questo appello il FORUM DELL’ARIA intende sollecitare i responsabili di tutte le strutture sanitarie della Regione del Veneto per aumentare la tutela della salute collettiva, la prevenzione e il miglioramento della qualità della vita, per evitare la catastrofe silenziosa causata dall’inquinamento atmosferico e assicurare a tutti il diritto di respirare aria pulita.

 SMOG, emergenza sanitaria!

All’inquinamento atmosferico è attribuibile una quota rilevante di morbosità acuta e cronica (in particolar modo in riferimento a manifestazioni respiratorie e cardiovascolari) e una diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato.

Usando le parole di David Boyd, rappresentante ONU per i diritti umani e l'ambiente: “il 90% della popolazione mondiale è esposta all'inquinamento atmosferico. L'aria inquinata causa sette milioni di morti premature ogni anno nel mondo di cui 600 mila bambini di cinque anni o meno. Più vittime di quante ne possano fare le guerre, le uccisioni, la tubercolosi, l'aids e la malaria messe insieme… Le persone più vulnerabili come i bambini, gli anziani, le comunità autoctone o le donne soffrono livelli di esposizione all'inquinamento più elevati". Fra gli inquinanti atmosferici vi sono anche sostanze che possono interagire fra loro in maniera additiva o moltiplicativa aumentando il rischio di tumore anche a concentrazioni molto basse.

Il 7 marzo 2019 la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata protezione dei cittadini dagli effetti del biossido di azoto (NO2). Già nel luglio 2014 la Commissione europea aveva avviato una causa contro l'Italia per non aver rispettato, tra il 2008 e il 2012, in 19 zone ed agglomerati, i valori limite giornalieri di PM10 (50μ/m3 da non superare più di 35 volte in un anno civile) e annuali (40μ/m3) stabiliti nell’Allegato XI della Direttiva 2008/50/CE: In seguito, nel giugno 2016 la stessa Commissione aveva esteso tale procedura ad 11 zone ed agglomerati delle regioni del bacino padano.

Indagini condotte nel 2006 sull’inquinamento atmosferico condotte dai Dipartimenti di Prevenzioni delle ULSS del Veneto e dal Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica dell’Università di Padova hanno confermato la correlazione tra i valori degli inquinanti PM2,5, NO2, SO2, CO e hanno indicato che il loro aumento è associato alla diminuzione di due indicatori della funzionalità respiratoria (diminuzione della PEF e del FEV1) anche a livelli di concentrazione non necessariamente superiori a quelli consentiti. I dati hanno individuato un effetto negativo degli inquinanti chimici presenti nell’atmosfera sull’apparato respiratorio, quantificandolo in valori percentuali. La diminuzione dell’escursione respiratoria giornaliera è direttamente proporzionale al variare degli inquinanti misurati.

Nel 2018, per il PM10, in Veneto, il valore limite giornaliero di 50 µg/m3 è stato superato per più di 35 giorni all'anno nella maggior parte delle centraline ARPAV. Tutti i capoluoghi di provincia veneti della pianura eccedono il numero di giorni di superamento consentiti del valore limite giornaliero del PM10.

Dall’inizio del 2019 (in soli tre mesi!) si manifesta una stagione di preoccupanti e ripetuti sforamenti dei limite annuale di PM10 in tutto il Veneto, raggiungendo quota 46 a VE-Malcontenta, 48 a PD-Granze, 47 a VI-Quartiere Italia, 50 a VR-Borgo Milano e 50 a RO-Centro.

Inquinamento atmosferico: una minaccia continua

La prossima stagione estiva ci riserva ulteriori criticità legate all'ozono, dotato di un elevato potere ossidante con rilevante azione nei confronti di soggetti sensibili (anziani, bambini, donne in gravidanza), per chi svolge attività lavorativa o fisica all'aperto e soggetti a rischio (persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache).

Le nuove Linee Guida per la qualità dell’aria dell’OMS si rivolgono a tutte i Paesi del mondo e propongono standard più bassi sui livelli degli inquinanti. Diminuendo il livello di un particolare tipo di inquinante (conosciuto come PM10), si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15% all’anno. Questi obiettivi sono molto più severi degli standard nazionali in vigore in molte parti del mondo, e in alcune città significherebbero una riduzione di più di tre volte dell’attuale livello di inquinamento. L’OMS incoraggia politiche adeguate a combattere il fenomeno dello smog con investimenti economici a supporto della ricerca scientifica nel campo delle relazioni tra ambiente e salute.

La “Carta di Roma”

Con la “Carta di Roma” siglata a il 5 dicembre 2018 presso l’Istituto Superiore di Sanità, 500 ricercatori esperti provenienti da 27 paesi hanno definito azioni volte ad evitare la tragica evoluzione degli effetti, diretti e indiretti, che i cambiamenti climatici sulla salute. Le raccomandazioni relative al tema dell’inquinamento atmosferico chiamate “Politiche sanitarie low carbon” dichiarano azioni urgenti e indispensabili:

  • Politiche ben concepite e precise devono essere sviluppate per ridurre le emissioni di anidride carbonica e inquinanti di breve durata in settori come il trasporto, l’energia, la progettazione urbana, l’edilizia, la sanità, l’alimentazione e l’agricoltura.
  • La protezione e la promozione della salute devono essere al centro dell’agenda delle politiche riguardanti i cambiamenti climatici garantendo che le politiche per accelerare il progresso verso una economia a emissioni zero di carbonio capitalizzino sugli ampi vantaggi in termini sia di salute che economici e comunicando questi benefici al pubblico ed ai legislatori.

Altre indicazioni capaci di contrastare i rischi dei cambiamenti climatici, più generali, ma comunque attinenti al tema della salute e dell’inquinamento dell’aria sono: 

Azioni comuni per lo sviluppo sostenibile:

  • Le esternalità (calcoli e inclusione nei prezzi), i beni e servizi per ridurre le fonti di emissioni di carbonio, i benefici economico-sociali derivanti da investimenti in un sistema sanitario sostenibile, anche dal punto di vista ambientale, devono essere tenute in considerazione.

Malattie trasmissibili e cambiamenti climatici

  • I precursori epidemici di patologie (legati a infezioni umane, a vettori, a fattori climatici, ambientali, sociali, zoonotici, alimentari, ecc.) devono essere monitorati attraverso una sorveglianza continua intersettoriale per il rilevamento precoce di “tendenze” anomale e per il miglioramento dei sistemi di prevenzione e controllo.

Metodi, strumenti e necessità:

  • Devono essere sviluppati metodi e strumenti che possano informare e coinvolgere la popolazione
  • La popolazione deve essere messa in grado di agire a livello individuale per poter intraprendere interventi mirati a favore della propria salute e dell’ambiente.

Questo quadro riconferma l’importanza di attuare azioni determinanti finalizzate alla riduzione delle esposizioni, sia con attività di educazione, comunicazione e formazione che consentano alle famiglie, ai medici e agli insegnanti, di riconoscere i comportamenti che possono esporre la cittadinanza a dosi elevate di concentrazione degli inquinanti.

Cosa chiede il FORUM DELL’ARIA alla sanità pubblica?

I professionisti della salute sono determinanti per creare un movimento di pressione e per una migliore qualità dell'aria. Medici, infermieri e dirigenti e professionisti sanitari, se affiancati dalle aziende sanitarie, possono pretendere aria pulita e sicura per i loro pazienti e per le comunità locali e offrire una valutazione informata dei problemi ambientali. I medici, in particolare, possono dare un notevole contributo allo studio dei processi correlati ambiente-salute, la loro professionalità implica molteplici ruoli di informatori ed educatori oltre che un esempio di comportamento e farsi promotori di iniziative volte a stimolare i politici e le istituzioni. 

Alle ULSS del Veneto chiediamo di attivare azioni ed interventi con il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie derivate dall’inquinamento atmosferico. In particolare il potenziamento dei fattori utili alla salute e l’allontanamento o la correzione dei fattori causali delle malattie respiratorie, per conseguire uno stato di benessere dei singoli e della collettività.

L’appello ai responsabili della salute “IL DIRITTO DI RESPIRARE ARIA PULITA” del Forum dell’Aria è diretto ai Dirigenti Sanitari di tutte le ULSS del Veneto. Chiediamo di sostenere con risorse, collaborazioni e strumenti la sorveglianza epidemiologica e gli studi degli effetti a breve e a lungo termine dell’inquinamento atmosferico sullo stato di salute della popolazione e lo stato dell’ambiente, finalizzati a determinare efficaci interventi di prevenzione e controllo delle malattie respiratorie in aree estese del territorio del Veneto e in territori più circoscritti caratterizzati da fenomeni localizzati.

 L’appello “IL DIRITTO DI RESPIRARE ARIA PULITA” propone lo sviluppo di attività per:

- avviare un sistema permanente di sorveglianza delle caratteristiche ambientali che hanno rilevanza sanitaria nelle città italiane;

- raccogliere in modo sistematico e continuativo i dati relativi a fenomeni sanitari, quali mortalità e ricoveri ospedalieri, correlate all’impatto dell’inquinamento atmosferico;

- condurre studi con le stime degli effetti sanitari attribuibili all’inquinamento atmosferico;

- individuare e tutelare i gruppi di popolazione particolarmente vulnerabili ai danni dell’inquinamento atmosferico;

- avviare un programmi di informazione alla popolazione e di formazione degli operatori;

- effettuare studi epidemiologici per valutare l’associazione causale tra alcuni indicatori di salute suggeriti dalla letteratura scientifica e l’inquinamento ambientale outdoor;

- condurre specifiche analisi riferite a micro aree del territorio, nonché campagne di screening;

- valutare costantemente la relazione tra i livelli di inquinamento come elemento di pericolo e danno, soprattutto a medio e a lungo termine, per soggetti già con ridotta funzionalità respiratoria;

- sollecitare contributi e risorse dai sistemi politici, economici e sociali per la difesa e la terapia delle malattie derivate da inquinamento atmosferico.

La “chiamata” ad un impegno più deciso arriva anche dalla conferenza sull'inquinamento atmosferico di Ginevra (30 ottobre al 1° novembre 2018). L'OMS, nel suo rapporto sull'inquinamento atmosferico, ribadisce che i professionisti della salute dovrebbero contribuire a formare la salute pubblica sulla riduzione dell'esposizione all’inquinamento dell'aria di donne incinte, bambini e adolescenti.


Gli operatori sanitari sono fonti attendibili di informazione e svolgono un ruolo importante, non solo nel trattamento dei malati, ma anche nell'educare le famiglie e i pazienti su rischi e comunicare con un pubblico più ampio e con i responsabili decisionali.

Con questo appello, il FORUM DELL’ARIA intende aprire un positivo dialogo con tutte le organizzazioni sanitarie del Veneto. I cittadini chiedono di incrementare incisive ed efficaci politiche sanitarie per la difesa della salute dall’inquinamento atmosferico.

                                                                                                                                                                                                                                                                       10/04/2019

 FORUM dell’ARIA

Rete permanente di comitati per la qualità dell’aria

Rif.: Luca Fattambrini     3477521320

                                               forumdellaria@gmail.com