ComunitARIA

#Europee2019 #comunitARIA

Cosa chiede il FORUM DELL’ARIA ai candidati alle prossime elezioni europee Che dite, candidati? Vi impegnate a portarli a compimenti nei prossimi cinque anni?

Si stima che ogni anno 400.000 cittadini dell'UE muoiano prematuramente in conseguenza dell'inquinamento atmosferico.

Ma la politica della Commissione sta davvero portando all'aria pulita per tutti? La nuova Commissione e il nuovo Parlamento europeo dovranno occuparsi rapidamente della principale minaccia ambientale per la salute in Europa. La UE deve ridurre l'esposizione delle persone alle sostanze chimiche pericolose, accelerare la sostituzione con alternative più sicure. Il Parlamento Europeo si impegnerà per proteggere l'ambiente e la salute delle persone dai pesticidi, dagli interferenti endocrini e dall'avvelenamento da piombo, mercurio o altre sostanze chimiche tossiche presenti nell’atmosfera.
I cittadini europei hanno urgente bisogno di una riconversione ecologica dell'economia che garantisca benessere per tutti, entro i limiti degli ecosistemi che sostengono la vita. Si deve impedire che i costi dell'inquinamento ambientale vengano trasferiti alle generazioni future. L’economia solidale e circolare, al servizio prima le delle persone e del pianeta prima più che del profitto, ha bisogno di disinvestire dalle fonti fossili e ha bisogno di lavorare verso il 100% di energie rinnovabili.
Vogliamo ricordare che nel 2016 l'UE si era impegnata a ridurre del 50% l'impatto negativo sulla salute dell'inquinamento atmosferico entro il 2030 (rispetto all'anno 2005). Nel 2017, durante la terza sessione dell'Assemblea dell'ambiente delle Nazioni Unite, l'UE ha assunto altri impegni:
  • ridurre le emissioni nazionali di alcuni inquinanti atmosferici con l'obiettivo di ridurre l'impatto sulla salute;
  • ridurre le emissioni industriali promuovendo le migliori tecniche disponibili per ridurre l'inquinamento di aria, acqua e suolo, nonché promuovere l'efficienza energetica, il consumo limitato di risorse e la riduzione dei rifiuti;
  • affrontare l'inquinamento da gas fluorurati a effetto serra, che riducono lo strato di ozono, prevedendo una riduzione graduale degli idrofluorocarburi (HFC);
  • affrontare l'inquinamento attraverso il cosiddetto programma LIFE, che è lo strumento finanziario dell'UE a sostegno dei progetti di conservazione ambientale, conservazione della natura e azione per il clima.
Nel settore automobilistico ci aspettiamo che un approccio integrato possa migliorare le prestazioni ambientali delle auto. Esigiamo procedure di valutazione molto più attente per definire le emissioni misurate in laboratorio e per esaminare un’ampia gamma di condizioni di guida e ridurre le differenze tra le emissioni misurate in laboratorio e sulla strada. La nuova Commissione e i deputati devono garantire la piena applicazione delle leggi sulla qualità dell'aria dell'UE, resistere ai tentativi di indebolirli da parte dei governi dell'UE, introdurre nuove regole per affrontare le principali fonti di inquinamento (dai settori dei trasporti, dell'energia, del riscaldamento, industriale e agricolo) e aggiornare gli standard di qualità dell'aria dell'UE adottando quelli fissati dal l'Organizzazione mondiale della sanità.
Gravi rischi ambientali derivano da una concezione della biomassa come fonte di energia neutrale a impatto zero di carbonio. Questo presupposto difettoso ignora le emissioni dalla combustione del legno. Le politiche dell’Unione Europea volte a incentivare l'uso di energia verde hanno un effetto sui cambiamenti climatici, stanno distruggendo la biodiversità e persino uccidendo molte migliaia di persone. L'Unione europea prenda posizione chiara contro attività che ha portato a ridurre le foreste protette in luoghi come l'Italia e la Slovacchia e la conseguente perdita di biodiversità e degrado forestale.
C’è bisogno di estese infrastrutture verdi sia su scala urbana che su area vasta pienamente inserite nella programmazione dei fondi comunitari a livello regionale. I fondi strutturali sono una fortissima azione d’implementazione e di valorizzazione. Come dimostrano le pratiche internazionali, l’uso esteso delle infrastrutture verdi, oltre a migliorare la qualità ecologica e sociale delle aree urbane, è in grado anche di generare incrementi netti nei valori del capitale costruito e di attrarre investimenti. Le superfici naturali di suolo svolgono funzioni vitali per l’ecosistema con la finalità di migliorare la qualità ambientale generale e fornire servizi di pubblica utilità e rimuovono le sostanze inquinanti, riducono la frequenza e il rischio di alluvioni e siccità (European Commission, 2012). Inoltre aiuta a regolare il microclima in ambienti ad alta densità urbana, oltre a svolgere funzioni estetiche e paesaggistiche. Serve una riforma organica del governo del territorio che metta in relazione la pianificazione territoriale con le risorse economiche secondo le linee guida europee.
Esaminiamo anche il mondo dell’agricoltura che genera il 96% di tutta l’ammoniaca (NH3): metà delle emissioni provengono dalle deiezioni degli animali da allevamento, l’altra metà deriva dalla fertilizzazione dei campi con letami e concimi inorganici. Quindi un contributo importante del particolato PM 2.5 secondario, pari al 15%, ha origine dagli allevamenti intensivi di animali. Nei prossimi anni dovremo lavorare su questa frontiere per ridurre gli allevamenti e il consumo di carne con azioni più strutturali, come la riduzione dei capi ed eventuali le opzioni tecnologiche. Una direttiva del 2016 ha ridotto del 40% il tetto delle emissioni consentite di PM primario, oltre ad aver introdotto limiti per le emissioni di ammoniaca entro il 2030 ma non è sufficiente. L’impatto dell’inquinamento da ammoniaca richiede una revisione completa delle emissioni. Negli inventari attuali l’emissione di questo gas è largamente sottostimata. L’Europa con finanziamenti diretti nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) finanzia alcuni allevamenti inquinanti. L’ammoniaca da fertilizzanti o liquami può causare fenomeni di eutrofizzazione nei fiumi e nei laghi e l’inquinamento atmosferico da particolato fine, con conseguenti impatti sulla salute umana. Gli impatti legati agli allevamenti intensivi sono insostenibili, per questo stiamo chiedendo di tagliare i sussidi agli allevamenti intensivi e sostenere aziende agricole che producono con metodi ecologici. I divieti di spandimento dei reflui zootecnici limitati al periodo da novembre a febbraio e la copertura delle vasche di raccolta dei reflui non risolvono il problema L’Europa stabilisca divieti e controlli perché lasciare le Regioni e i Comuni a gestire l’emergenza non è efficace.
Richiediamo maggiori finanziamenti dell’Unione Europea agli Stati membri, anche ricorrendo all'aumento del bilancio europeo (che attualmente è pari a circa l'1% del Pil UE), per affrontare l'inquinamento atmosferico: azioni innovative urbane per facilitare la cooperazione con le città, maggiore sostegno alle misure di qualità dell'aria nell'ambito dei fondi strutturali e di investimento europei, progetti di trasporto pulito per potenziare la rete ferroviaria europea, sviluppare ulteriormente l'infrastruttura alternativa per i combustibili e aprire la strada al trasporto navale ad emissioni zero.

Il cambiamento climatico, l'inquinamento e la distruzione ambientale hanno esacerbato le ingiustizie sistemiche colpendo in modo sproporzionato le comunità deindustrializzate, rurali e montane spopolate, poveri, lavoratori a basso reddito, donne, anziani e giovani (tutte le comunità in prima linea e vulnerabili). Per affrontare la questione del clima senza che i costi e gli svantaggi che la riconversione ecologica dell'economia ricada quasi esclusivamente su queste comunità in prima linea è necessario un Green New Deal che tenga tutto insieme e riveda la strategia a lungo termine di decarbonizzazione aumentando l'impegno, anche alla luce del rapporto dello scorso ottobre dell'IPCC (entro la fine del 2019, come definito nell’accordo di Parigi, l’Unione Europea dovrà definire la propria strategia di energetica entro il 2050 per raggiungere uno scenario di “zero net emission”. Lo studio dell’IPCC ha messo in evidenza come per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sia necessario anticipare il cammino verso la completa decarbonizzazione). Per questo motivo all’interno del dibattito sulla strategia a lungo termine si sta riflettendo sulla possibilità di aumentare l’impegno di riduzione di CO2 della UE al 2030, elevandolo dall’attuale 40% ad un 50-55%. Una battaglia da sostenere in primis nel Parlamento Europeo e in Commissione.

Ai candidati, chiediamo di schierarsi e di supportare queste nostre proposte. A ogni candidato che si impegnerà formalmente con noi inviando una mail di adesione a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. noi daremo il nostro sostegno. A voi che leggete questo appello chiediamo di darci una mano nel farvi promotori, con i candidati che conoscete e che siete intenzionati a votare, su tutte queste tematiche. L’obiettivo, da qui al 26 maggio, è convincerli tutti, e impegnarli tutti a combattere contro l'inquinamento dell'aria (e tutti i tipi d'inquinamento) perché non dovrebbe essere una scelta ma un obbligo.